PERCHE’ E’ PIU SICURO UTILIZZARE LE MASCHERINE FFP2 RISPETTO ALLE MASCHERINE CHIRURGICHE
Il nuovo decreto, approvato il 23 dicembre dal Cdm, dopo la quarta ondata di Covid, introduce l’obbligo di mascherina FFP2 (quelle più performanti in termini di protezione dal Coronavirus) nei luoghi a rischio assembramento o dove è prevista un’alta concentrazione di persone come:
- cinema;
- teatri;
- locali di intrattenimento e assimilati (come i musei);
- stadi;
- eventi sportivi;
- mezzi di trasporto a lunga percorrenza;
- mezzi pubblici locali
Ma perché è così importante indossare la mascherina FFP2 rispetto alle mascherine chirurgiche comuni?
La differenza più importante e sostanziale è che le mascherine chirurgiche sono utili solo se indossate da tutti. La loro capacità filtrante è soprattutto verso l’esterno. Questo significa che se ad esempio sto indossando una mascherina chirurgica e sono di fianco ad una persona senza mascherina chirurgica e tossisco o starnutisco io proteggo la persona priva di mascherina, ma non è vero il contrario. Se la persona che ho fianco senza mascherina starnutisce, tossisce io che indosso la mascherina chirurgica non sono protetto.
In pratica, le mascherine chirurgiche bloccano le eventuali secrezioni respiratorie, evitando la fuoriuscita di droplet e goccioline potenzialmente infette ma non proteggono dal contrario. Inoltre il dispositivo, per essere efficace, deve essere usato in modo corretto: deve coprire completamente naso e bocca e deve essere cambiato quando diventa umida o se si pensa sia stata contaminata.
Diverse sono le caratteristiche della mascherina di tipo Ffp2 (acronimo di filtering face piece particles, ovvero facciale filtrante delle particelle) forniscono un elevatissimo grado di protezione sia a chi le indossa sia a chi è nelle vicinanze, come specificato dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS) perché non permettono alle particelle infette di fuoriuscire o di penetrare dall’esterno. Si parla di oltre il 94%, a differenza delle chirurgiche che arrivano a un massimo del 20% in ingresso.
Le Ffp2 sono costituite da diversi strati di tessuto in grado di filtrare gli aerosol, piccole particelle che possono trasportare anche il virus. Tra gli strati, anche un filtro di polipropilene per intrappolare le particelle.
Uno studio dell’Istituto Max Planck ha spiegato che se si prendono due persone che distano l’una dall’altra 3 metri, una è priva di vaccino e l’altra è positiva al Covid-19, in un lasso di tempo che va a massimo fino a cinque minuti la persona non vaccinata vaccino verrà infettata con quasi il 100% di probabilità. Se però le stesse due persone indossano la mascherina FFP2 ben aderente il rischio di contrarre il virus si riduce drasticamente.
Come viene dimostrato dallo studio tedesco di Eberhard Bodenschatz, nelle stesse circostanze sopracitate, dopo un’ora di conversazione e a 1,5 metri di distanza, è stato calcolato che il rischio di contagio sale al massimo fino allo 0,4 percento indossando entrambi l’FFP2. Ciò rende bene l’idea di quanto sono efficaci queste mascherine. Basti pensare che, secondo gli esperti, se nella simulazione entrambi gli interlocutori avessero indossato mascherine chirurgiche ben aderenti e non le FFP2, il rischio di contagio sarebbe balzato al 10% entro 20 minuti.
Questi dati sono più che sufficienti a capire come mai il governo italiano ha deciso di introdurre l’obbligo delle FFP2 in luoghi particolarmente a rischio come i cinema e i mezzi di trasporto, dove le persone permangono per lungo tempo, il ricambio d’aria è limitato e la distanza di sicurezza di 1,5/2 metri può non essere sufficiente a proteggere dal contagio, come rilevato dallo studio tedesco.
Ovviamente, per quanto sia importante indossare le mascherine, è sbagliato non pensare all’impatto ambientale che queste provocano, essendo monouso. Le mascherine sono realizzate con molteplici fibre di plastica, prevalentemente polipropilene, che rimane nell’ambiente per decenni, se non per secoli, frammentandosi in sempre più piccole micro e nanoplastiche. Una singola mascherina può rilasciare in mare 173.000 microfibre al giorno secondo uno studio pubblicato su Environmental Advances.
In media una mascherina Ffp2 può essere utilizzata fino a massimo 8 ore al giorno e poi è meglio gettarla perché diminuisce la sua capacità filtrante.
Alcuni optano per invenzioni “casalinghe” come spruzzarle di disinfettante e poi metterle all’aria aperta per lasciarle asciugare. Queste soluzioni non solo potrebbero danneggiarle rendendole di fatto inefficaci, ma non contribuiscono ad aumentarne la durata.
Esistono in commercio delle mascherine Ffpp2 riutilizzabili, come la mascherina UNICA FFP2 R, una mascherina Ffp2 riutilizzabile fino a 50 volte, certificata e Made in Italy. Come funziona? UNICA FFP2 R ha un innovativo rivestimento superficiale nanotecnologico (TEX-NANOTECH) capace di ridurre l’adesione di agenti patogeni (batteri, virus, ecc.) alle superfici della mascherina sia sotto forma di droplets che di aerosol presenti nell’aria. Questo trattamento garantisce un’azione è in grado di distruggere virus e batteri quando si depositano sulla mascherina.
Questa mascherina è composta da 5 strati di tessuto per prevenire l’accumulo di calore e di umidità all’interno, migliorare la respirabilità e garantire la massima filtrazione:
1 strato in poliestere idrofobico con trattamento antivirus e antibatterico TEX-NANOTECH
3 strati di TNT – strati filtranti attivi ed elettrostatici
1 strato in cotone idrofobico con trattamento antivirus e antibatterico TEX-NANOTECH che permette comfort ed elevata respirabilità
Lavarla è semplicissimo! Basta utilizzare acqua corrente e sapone neutro, in poche ore sarà già pronta all’uso senza perdere le sue caratteristiche filtranti.
Il costo per utilizzo è di soli 0,38 centesimi, minore rispetto a quelle monouso che si aggirano circa da 0,75 cent a 1€.
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